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Passato, presente e futuro secondo Massimo Porcari

Da 32 stagioni in biancorosso, lo storico dirigente del settore giovanile ripercorre tutte le sue tappe

Era il 1987 quando si avvicinò per la prima volta all’Orvietana. Massimo Porcari ricorda la storia che ancora lo lega a questa società.

Sono entrato come genitore, portai mio figlio a iscriversi alla scuola calcio e a quel tempo il settore giovanile era completamente diviso dalla prima squadra, tanto che veniva gestito direttamente dai genitori. Questo aspetto da una parte ha fatto sì che potessi cominciare la mia “carriera” da dirigente, ma allo stesso tempo capivo che non poteva essere una cosa giusta. Allora alla presidenza c’erano insieme Palmieri, un imprenditore di successo che portava le sue idee in società, ma di lui ho un ricordo vago, e Domenico Pizzardi, un presidente tifoso, lo definirei vulcanico, ma troppo legato solo alla prima squadra”.

L’ingresso ufficiale nei quadri dell’allora USO arrivò qualche anno dopo, inizialmente a dirigere il settore giovanile c’era Renzo Stramaccioni, il “Porcari di allora” e Massimo cominciò la sua vera esperienza.

“Era da poco rientrato in società lo storico dirigente degli anni ’70 Mario Torroni e grazie a lui entrai nella segreteria, dove c’era Vittorio Michelangeli che si occupava di prima squadra. Grazie a Torroni e Michelangeli mossi i primi passi nella stagione 90/91. Furono poi anni memorabili, la prima stagione di Bagnato in prima squadra, la fusione con l’Orvieto 90, ex Orvieto Scalo, poi arrivò Parretti e si vissero stagioni importanti, ma come progetto tecnico il settore giovanile era sempre diviso dalla prima squadra, vedere esordire un giovane di Orvieto era cosa rara, non come oggi dove in pratica tutti i fuoriquota sono del posto. In quegli anni arrivò la mia intuizione di organizzare il primo Torneo Frustalupi, un evento di cui sono orgoglioso”.

Successivamente a dirigere l’USO erano addirittura in 4: Arrigo Provani, Nazzareno Niciarelli, Vittorugo Pace e Sergio Pizzardi, ma il presidente ufficiale era Patrizio Bartolini, un uomo che fu determinante per Massimo Porcari.

“E’ vero perché Bartolini mi cambiò ruolo, mi volle responsabile del settore giovanile, era il 95/96 e da quell’anno è stata sempre la mia mansione, se si esclude l’ultimo anno che abbiamo fatto la serie D quando, dopo l’allontanamento dell’imprenditore Moneti, in società restammo solo io e Biagioli e mi dovetti occupare anche di prima squadra. Bartolini era giovane, ambizioso e cominciò a dare importanza al settore giovanile. L’emozione più grande è stata però nel 2000, quando due nostri giovani approdarono a squadre professionistiche, come Bracaletti e La Vecchia, ricordo in particolare quando accompagnai Alessandro alla Juventus e fummo ospiti tre giorni a Torino”.

Poi tornò presidente Pizzardi, la società abbandonò lo storico marchio USO, entrarono diversi nomi in società.

Voglio ricordare ad inizio anni 2000 Paolo Lanzi, che da dirigente fu il nome della società che si occupava di settore giovanile, ci restò fino al 2011 e lavorammo a lungo insieme, intanto nel 2001 era diventato presidente Alessandro Paci, che prima aveva a lungo lavorato con i giovani e speravo che allora l’attenzione verso il settore giovanile aumentasse, ma i tanti anni consecutivi in Serie D invece continuavano a spostare l’attenzione più sulla prima squadra”.

Paci rimase presidente fino al 2011, entrano in società imprenditori come Biagioli e Marini nel 2004/05. La società sfiora la serie C con i playoff vinti a Cattolica, diventa una Srl con Vittorio Michelangeli amministratore unico. Durante questo periodo a livello di settore giovanile le cose vanno molto bene, ma succede qualcosa…

“Successe che rassegnai le dimissioni perché non ero d’accordo sul fatto che i giovani prodotti in casa non avessero sbocchi in prima squadra, ma si faceva mercato sui fuoriquota prendendoli da fuori, è ovvio che erano decisioni che spettavano giustamente a chi metteva i soldi. Fui richiamato dopo 6 mesi da Biagioli, accettai di tornare”.

Ma Massimo Porcari come ha imparato questo mestiere?

“I primi anni di segreteria sono stati i più formativi, vedi tutto quello che accade nella società, conosci tutte le dinamiche e tutti i nomi, a fine tesseramento avevo in mente tutti i calciatori, i loro anni di nascita e anche le loro caratteristiche, cominci anche a relazionarti con i vari dirigenti delle altre società prima a livello regionale, poi nazionale. Poi quando ho cambiato ruolo, da responsabile del settore giovanile, ho cominciato a frequentare i campi ed è arrivato il secondo momento di formazione, conoscendo gli allenatori e vedendo i giovani giocare”.

L’ultimo presidente che manca da ricordare è …l’attuale

“Roberto Biagioli divenne presidente nel 2012, ha saputo dare un’organizzazione più razionale. E’ un presidente che ogni anno impiega sempre più risorse per i giovani. Negli ultimi anni quasi tutti i fuoriquota in prima squadra sono stati prodotti qua, abbiamo aumentato sempre più i servizi: 5 pulmini, la lavanderia anche per i giovani, insomma ogni anno che passa il settore giovanile è ulteriormente finanziato, peccato che non si parli mai di questo e che molti pensino che Biagioli spenda soldi solo per la prima squadra, ho visto molti presidenti in passato che facevano così, ma oggi è un’altra storia. I suoi impegni lavorativi gli impediscono di poter seguire magari in prima persona le gare delle giovanili, ma credetemi ci tiene molto”.

E il futuro?

“Già stiamo lavorando per la nuova stagione 2019/20, per allestire un settore giovanile migliore possibile, cercando di perfezionarci continuamente come organizzazione, a nome dell’Orvietana ricordo che siamo una società aperta e attenta a tutto quello che accade attorno, siamo sempre in cerca di convergenze, accordi e collaborazioni con le altre realtà del comprensorio, solo per il bene dei ragazzi, perché tutti possano giocare e perché, se ci fosse qualche talento, possa partecipare ai tornei migliori”.

 

 

 

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