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Damian Sciacca si racconta “A Vieste mi cambiarono ruolo, il mio idolo è Riquelme”

L’attaccante, originario di Rosario, spiega anche il significato della sua esultanza

7 gol in campionato, diversi pali e traverse colpite, ma Damian Sciacca non è solo un finalizzatore, infatti si è distinto anche come assist man ed è una pedina fondamentale del gioco disegnato da Ciccone.

Proviamo a stilare un primo bilancio, quasi a metà stagione, della tua esperienza con la maglia dell’Orvietana.

“Mi sono trovato bene fin dai primi momenti in questo ambiente, poi sono arrivati subito i risultati e quindi tutto è stato ancora più bello, ci alleniamo con costanza e meticolosità e vedere poi la domenica i frutti del lavoro è una bella soddisfazione. Penso soprattutto al risultato della squadra, nessuno ha mandato in gol tanti giocatori diversi come noi, questo è un punto di forza… e comunque anche a guardare la classifica cannonieri non è che chi la guida (Tramontano dell’Olympia Thyrus con 10 reti ndr) sia poi così distante, ma quello casomai è solo un traguardo personale di secondo piano. Inutile vincere la classifica marcatori se poi non vinci il campionato”.

Trequartista, prima punta, spesso vieni anche a ricevere palla a centrocampo, i tuoi movimenti si notano bene e mi pare che l’intesa coi compagni funzioni a meraviglia.

Il mio ruolo naturale è il trequartista, anche appena arrivato in Italia giocavo in quella zona del campo. Poi a Vieste ad inizio 2018 si infortunò l’attaccante e l’allenatore mi schierò come punta nel 4-3-3, andai subito in gol, poi ne segnai altri e non mi cambiò più ruolo. A me piace comunque anche scendere a prendere palla e servirla ai compagni, siamo un gruppo affiatato e ci fa piacere che venga apprezzato il nostro modo di giocare”.

Ti ispiri a qualche giocatore in particolare? Hai un idolo?

“Guarda, lasciando perdere Maradona e Messi che tutti noi argentini ovviamente adoriamo, il giocatore che ho apprezzato di più è Riquelme, secondo me il più forte trequartista di sempre, per me un idolo. Se devo guardare al presente allora ti dico Suarez, l’uruguaiano secondo me è un vero e proprio animale da area di rigore”.

L’ultimo gol solo in ordine di tempo ha sugellato una vittoria a Bastia, che potrebbe risultare fondamentale per questo campionato, un lancio di Guazzaroni, quasi no look, la corsa verso la porta e poi la tua solita esultanza.

Ah beh Rocco giura di aver fatto un assist voluto e ragionato, non so se è proprio così però io ci ho creduto subito, ho abbassato la testa ed iniziato a correre, uno scatto che al 92’ mi è costato tanto in termini di sforzo, ma che mi ha dato una grande gioia!”.

A proposito di esultanza, la avranno notata in tanti: un doppio ok con le mani intorno agli occhi. Qualcuno lo ha interpretato come il gesto di chi la porta la vede benissimo, qualche squadra rivale avrà pensato ad uno sfottò del tipo “ormai vi serve il binocolo per vederci visto il distacco in classifica”. Qualche tifoso avversario, come accaduto domenica scorsa a Bastia, non la ha nemmeno presa bene, mentre i sostenitori biancorossi vogliono spiegazioni più chiare.

Ci puoi spiegare bene come è nato questo gesto e che significato ha?

Anche questa esultanza è nata ai tempi in cui stavo a Vieste ed è dedicata a mia moglie Jessica. Proprio il giorno prima che iniziai a giocare con la maglia numero 9, mia moglie mi chiese un modo di esultare in caso di gol da dedicare a lei.  Avevamo pensato a mimare un cuore, ma lo fanno tutti, sarebbe stato un gesto banale, per cui abbiamo scelto un gesto più specifico per lei e siccome Jessica usa gli occhiali le ho detto che come avrei segnato avrei fatto il gesto degli occhiali cercandola con lo sguardo. Come ho detto prima segnai subito il giorno dopo e quindi il gesto è rimasto anche per scaramanzia. Per cui non ci sta nessun altro significato e nessuno sfottò verso gli avversari, è un gesto tutto nostro”.

L’esultanza di Damian Sciacca domenica scorsa dopo il gol al Bastia (foto Manuali)

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